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Amenorrea ipotalamica: la mia storia.

C'è un motivo se mi sono avvicinata solo negli ultimi tempi ai temi legati alla donna, alla sua ciclicità, a questo potere grande che ci appartiene e che troppo spesso la nostra società ha voluto e continua a voler mettere a tacere.





Il motivo, senza troppi giri di parole, è che per anni ho sofferto di amenorrea. Non mi sentivo quindi in grado di parlare di mestruazioni, di ciclo, di alimentazione in relazione al ciclo mestruale, perché io in primis mi sentivo in difetto, mi sentivo sbagliata, rotta. Come avrei potuto essere di aiuto se sentivo questo?


Per anni il mio pensiero al mattino appena sveglia, e la sera prima di addormentarmi è stato di non poter diventare madre, questa cosa mi distruggeva da dentro, mi toglieva energie.

Ogni mese che passava senza nessun accenno di sangue, era una sofferenza davvero difficile da spiegare, ma che sono certa in molte donne possano comprendere.


E' vero, la mestruazione è solo una piccola parte di tutto il ciclo, ma ad essere sincera io non percepivo più la mia ciclicità e non avevo idea di dove sbattere la testa per rimettere insieme tutti quei pezzi che non sapevo nemmeno più dove fossero finiti. Eppure un lieto fine c'è, e ti chiedo di restare se lo vuoi leggere.


Che cosa ho fatto per uscire dall'amenorrea?


Ho compreso che avrei dovuto lavorare dentro di me, fare spazio, smetterla di accanirmi contro me stessa, accogliere ogni tipo di emozione per darmi la possibilità di ritrovarmi, per darmi la possibilità di sentire.


Ho iniziato a rendermi conto di quanto la cultura della dieta avesse messo radici dentro di me, e questo ci tengo a scriverlo perché sono dietista, sì, ma questo non vuol dire che sia esente dalla società grassofobica che ci circonda, anzi. E a dire il vero, purtroppo, fino a quando non ho iniziato a scoprire il mondo dell'alimentazione intuitiva, del mindfuleating, avevo sempre percepito che qualcosa non andasse nel tipo di pensieri che mi circondavano e che avevo interiorizzato, ma non avevo mai colto in che modo potermi difendere da questo, che strumenti utilizzare.


Nel rispetto dei miei tempi (e valori) mi sono data la possibilità di sviluppare una relazione serena con il cibo, di percepire i segnali del mio corpo, di accompagnarmi in una scelta incondizionata e non giudicante nei confronti del cibo, decostruendo un pezzetto alla volta tutto quello che fino a quel tempo avevo interiorizzato. Come scrivevo anche nell'articolo "amenorrea ipotalamica funzionale", mi sono data ciò che in questi momenti il corpo chiede: tempo, pazienza, pratica, ascolto, fiducia...


E' un processo, lungo, personale. Ma non mi sono fermata a questo, nonostante per me sia stata una parte fondamentale, che poi ho quindi portato un passo alla volta anche nella mia pratica lavorativa.

Ho iniziato anche un percorso di profonda connessione interiore grazie allo yoga e a un percorso sul femminile, che mi ha portato a percepire dove ci fossero blocchi, dove ritrovare morbidezza e fluidità, per lasciare andare quello che non mi stava dando la possibilità di sentirmi libera, ciclica, donna.


Ciò di cui avevo bisogno era anche calmare la mente, trovare pace a partire da dentro, accogliere tutte le emozioni, normalizzandole. Scritto così sembra un gioco da ragazzi, ma a dire il vero ho avuto bisogno di muovermi avanti e indietro, di riscoprire di volta in volta nuove cose, di esplorare, di fermarmi per prendere tempo, di non capirci più niente per poi dare un senso a tutto.


Ho affrontato un percorso con ostetrica che mi ha aiutata a comprendere al meglio i segnali del corpo, e poi ho sentito il bisogno di lavorare con una terapeuta sull'immagine corporea, un po' per darmi la possibilità di parlarne con chi sapevo avrebbe accolto il mio sentire, un po' per percepire quella consapevolezza nata, un po' per rivedere tutti gli strumenti che con il tempo si sono fatti spazio dentro di me, per far fronte a tutte le situazioni esterne e interne che si presentano nella vita, tutti quegli ostacoli che tipicamente ci troviamo ad affrontare nella società in cui viviamo.


Mi sono spesso sentita dire che andava tutto bene, che sarebbe tornata la mestruazione, ma io percepivo che non era vero, perché in effetti dentro di me non andava tutto davvero bene. Sarebbe stato come mentire a me stessa se io avessi fatto finta di niente, non mi sarei mossa verso quelle che sono state scelte di benessere per me.


So che non è semplice, che ogni giorno ti chiederai perché non è quello giusto, ci saranno momenti in cui avrai voglia di mandare tutto all’aria, e va bene così, accogli anche questo perché fa parte del cammino.

Sii fiduciosa nei confronti del tuo corpo, accogli il suo fluire, rivolgigli il tuo ascolto, dagli tempo, prova a fare ciò che senti ti faccia stare meglio, coltiva pace e serenità, fai pace con il cibo…

un passo alla volta, per te, per il tuo essere donna, ciclica, potente.


Accogli la necessità di chiedere aiuto, e per quanto riguarda la sfera nutrizionale, da dietista che lavora con approccio non prescrittivo, sono qui per aiutarti a (ri)trovare quel rapporto sereno che senti mancare con il cibo, quella fiducia che sembra essere troppo distante.



Elena.






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