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App conta calorie: perché?


Già solo per il fatto che si chiamino "App conta calorie" dovrebbero essere bannate dall'universo. Se già di per sé nessuna persona, nessun professionista avrebbe il diritto di ordinarti cosa mangiare e quanto, figuriamoci un'app.


EPPURE.


Eppure le prime ricerche a tema su google sono:


"Qual è la migliore app conta calorie?"

"Come calcolare le calorie assunte in un giorno?"

"Quante calorie al giorno per perdere peso?"


Eppure esistono mille mila di queste applicazioni che nel giro di qualche secondo calcolano, basandosi semplicemente su peso e altezza, quanto dovresti mangiare a seconda dell'obiettivo di peso che inserirai.

Ripeto: a seconda dell'obiettivo di peso che inserirai.


RIECCOCI: il peso. Si cade sempre lì, non è una novità, vero?


Già mi rattrista parlare di obiettivo in termini di peso; trovo avvilente, poi, sapere che l'obiettivo impostato possa essere uno qualunque. Questa è una macchina del male.

Tutto comincia da un "La uso consapevolmente, giusto per rendermi conto di quanto mangio" (magari sotto consiglio anche di qualche professionista?). E si finisce sviluppando una serie di paure, di ossessioni, un rapporto tutt'altro che naturale con il cibo e con il proprio corpo, che ancora una volta deve rientrare all'interno di quei famosi canoni estetici sostanzialmente imposti a livello sociale.


Il marcio è già alla base. Questo genere di app non dovrebbe proprio esistere, niente e nessuno si può permettere di controllare ciò che decidi di mangiare, piuttosto è importante recuperare la libertà di scegliere ciò che ti fa sentire bene, la fiducia nei confronti di te stess* e dei segnali che il corpo ti manda e io sono certa che il meccanismo che queste applicazioni instaurano non sia una di quelle cose che donano benessere. Ne sono certa per davvero.


Ciò che spinge a servirsi di questi pericolosissimi strumenti è di base, appunto, sempre la stessa idea: se controllo quello che mangio, riuscirò a modificare il mio peso.

Alla fine, purtroppo, la storia è sempre questa: privazione, restrizione, senso di fallimento, insoddisfazione, paura. E no, non credo che se ne possa fare un uso consapevole, perché è inutile negarlo: non ti permettono di accogliere le tue necessità quando arrivano, non ti aiutano a ritrovare la libertà di cucinare quel tipo di ricetta se non ci stai dentro con le calorie indicate, non ti danno la possibilità di mangiare quello che vuoi quando senti di averne il bisogno in accordo con i segnali del tuo corpo.

Ciò che voglio dirti è che puoi darti quella possibilità, quella di scegliere di non entrare in questa prigione, o di uscirne, nel rispetto delle tue risorse e dei tuoi tempi, con l'aiuto di chi può guidarti in questo percorso. E mi sento grata di ricordarti, ora, che da dietista con approccio anti - dieta sono qui anche per questo (in questo articolo trovi qualche informazione).


Ti racconto una storia


Ho conosciuto una ragazza una volta, la sola cosa che riusciva a fare dal punto di vista alimentare era inserire ciò che mangiava dentro un'app e con il pilota automatico mangiare solo ciò che l'app aveva deciso per lei, dividendo i giorni della settimana in giorni normali e giorni "speciali", quelli dello sgarro...come suona terribile questa parola, come se a mangiare alcuni alimenti io stessi facendo uno sbaglio. Senza quell'app si sentiva persa, confusa, non era in grado di ascoltare il suo corpo, lo aveva ormai silenziato, anestetizzato. Non c'era luce nei suoi occhi, nessuna soddisfazione nei suoi pasti.

Un giorno, dopo essersi resa conto che quella non poteva essere davvero la soluzione, ha deciso di chiedere aiuto, ha deciso di provare a uscire da quella che sembrava all'inizio essere una zona di comfort, ma poi si era rivelata una vera prigione.

Abbiamo lavorato insieme per diverso tempo, decostruendo paletto dopo paletto tutto ciò che aveva interiorizzato dalla cultura della dieta, con pazienza, con pratica e soprattutto con l'idea finale di ritrovare quel benessere perduto. L'approccio non focalizzato sul peso le ha dato modo di ritrovare la libertà, di liberarsi appunto da tutti quegli schemi, numeri e misure.


Il peso non è un fattore così modificabile come vogliono farci credere, il peso non è l'indicatore universale dello stato di salute della persona, la diversità dei corpi è bene venga normalizzata. In una società come la nostra viene fatto di tutto pur di portare la persona a percepirsi come non adeguata, ecco che in questo mare di oscenità si può provare a galleggiare e nuotare ritrovando pace nei confronti di cibo e corpo, costruendo nuove basi su cui poggiare.

La sola persona che può davvero conoscere i propri bisogni sei tu, la strada per ritrovare questa consapevolezza può essere lunga, magari non sempre dritta, ma ciò che è importante è avere tutti quegli strumenti necessari per muoversi in questa società fortemente grassofobica e ingiusta.


Per cominciare un percorso insieme puoi scrivermi da qui.


Elena.







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