Ci sono principalmente due cose in cui in cui mi rifugio quando qualcosa non va, quando il mio sentire si fa troppo intenso e sento la necessità di lasciar fluire i miei pensieri prima che la testa esploda e io non riesca più a restare con me: la musica e la cucina.
In questi giorni mi sto aggrappando alle piccole cose, quelle che mi vengono un pochino meglio perché le conosco, quelle che faccio e mi aiutano a restare qui, con quello che ho, con la fortuna di essere proprio qui.
In un mare di informazioni che invadono i pensieri e che a dire il vero non aiutano per nulla (non per me, ecco), ma non fanno che portare maggiore ansia e terrore, ho deciso di scegliere la via del silenzio, non quello disinteressato, anzi. Non serve sempre e per forza dire qualcosa quando non si hanno cose da dire e non si conoscono gli argomenti, si può scegliere di stare in silenzio, scegliere di informarsi con cura e avendo cura anche di sé.
Tutto scorre molto veloce, sembra quasi di non avere scelta e in un qualche modo doversi esporre per forza, per poi poter tornare a fare tutto quello che si stava facendo prima. Io preferisco non dimenticare, preferisco umilmente e rispettosamente farmi da parte e raccogliere i miei pensieri per farli fluire impastando quel pane che amo, cucinando un dolce da condividere, con (l'utopica) speranza che amore ed empatia possano un giorno vincere davvero sul resto.
Si pensa sempre ci sia bisogno di leggerezza nel mondo dei social, ma io credo che in realtà molto spesso ci sia più bisogno di consapevolezza, di empatia, di ascolto.
Questo banana bread è nato dal recupero di una serie di cose che dovevo in un qualche modo finire: della confettura che stava andando a male, della banane che stavano per prendere il volo da sole, della cioccolata che mangiata così non mi piaceva per nulla ... insomma direi che in una sola mossa le ho salvate tutte, olè!
E oltre ad aver recuperato tutto quanto, mi sono aiutata anche io, perché per un breve attimo mi sono concentrata su questa cosa qui: schiacciare le banane, tritare la cioccolata, mescolare la farina...
Per rendere questo dolce ancora più gustoso ho utilizzato la crema di noci pecan, mi piace da matti nei dolci come questo o nei biscotti, io la prendo su Koro e mi sento proprio di consigliarvela, è stata una bella scoperta.
Non ho aggiunto zucchero perché la confettura, le banane e la cioccolata fondente al 50% a mio gusto lo rendono già perfetto così; detto questo ognuno ha i propri di gusti quindi potrai scegliere di aggiungere zucchero, sciroppo d'acero, miele vegano (anche questo lo trovi su Koro, scoperto da poco pure lui).
Invito anche a te a prenderti questo attimo, per provare a restare in questi semplici gesti, che sono certa ti aiuteranno a tornare un po' da te, a restare nel qui e ora, con tutte le tue emozioni, vanno bene tutte.
INGREDIENTI
- 250 g di farina di tipo 2 o farro;
- 6 g di lievito per dolci;
- pizzico di sale;
- 200 g di confettura a scelta;
- 2 banane;
- 50 g di crema di noci pecan;
- 100 g di cioccolato al 50%;
- 150 g di latte vegetale.
In una ciotola riunisci la farina, il lievito e il pizzico di sale, mescola tra loro e aggiungi la confettura. Schiaccia una delle due banane, aggiungila al resto insieme a cioccolata tritata (tenendone un pochina da parte) e crema di noci pecan. Versa ora il latte vegetale a filo, potrebbe non essere necessario tutto quanto, dipende molto da quanto assorbe la farina e quanto è grande la banana; l'impasto deve essere cremoso, non liquido. Versa in stampo da plumcake foderato con carta forno (ancor meglio se riutilizzabile), decora con l'altra banana tagliata a metà, cioccolata rimasta, noci pecan e inforna a 180 gradi per circa 40 minuti (non serve preriscaldare il forno per forza, controlla solo che sia cotto tramite prova stecchino).
Il dolce potrebbe restare un pochino umido al taglio, al suo interno infatti ci sono sia frutta che confettura.
Abbi cura di te,
un abbraccio,
Elena.
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